mercoledì 22 ottobre 2008

l'approccio multisensoriale

Oggi ritengo utile pubblicare la relazione della psicomotricista Loredana Manenti, operatrice del Centro di Riabilitazione visiva di Vercelli, relativa al corso di aggiornamento sull’Approccio Multisensoriale tenuto presso la fondazione Robert Hollman nei mesi scorsi.


RELAZIONE FINALE

Il corso di aggiornamento si è svolto presso la Fondazione R. Hollman – Centro di consulenza e sostegno allo sviluppo del bambino con deficit visivo di Cannero Riviera (VB) per un totale di 5 moduli di 3 giorni ciascuno (Ott:/Marzo 2008) seguito da un tirocinio pratico di una settimana (aprile 2008).
Il centro è sorto nel 1979 a seguito di un lascito di un benefattore olandese con l’intento di costruire un centro pilota all’avanguardia per il recupero medico e sociale di bambini con disabilità visiva nella più totale gratuità dei sevizi offerti.
L’obiettivo principale della struttura è la presa in carico globale di bambini affetti da disabilità visive importanti associate talvolta a plurihandicap.
I trattamenti riabilitativi vengono proposti al bambino insieme ai genitori in un ambiente psicologicamente adeguato che lo faciliti ad esprimere al meglio le sue capacità. Si cerca di agire sia sul versante preventivo/abilitativo, che terapeutico/riabilitativo.
Un approccio precoce è una guida e un sostegno preventivo per i genitori che vengono accompagnati nel delicato e tortuoso processo di crescita del figlio attraverso un ascolto costante. Inoltre spunti di riflessione, strumenti di facilitazione e quando necessario un intervento diretto mirato alla riabilitazione del bambino.
Nello specifico si tratta di un approccio precoce(0-5 anni) fase delicata e fondamentale del ciclo di vita che accompagna il bambino disabile e i suoi genitori. L’intervento offerto si avvale di un mo nitoraggio costante di queste prime fasi della crescita del bambino finalizzato a favorire una conoscenza reciproca e un ascolto empatico delle difficoltà della nuova famiglia attraverso un soggiorno residenziale della durata di 3 settimane, seguito da ulteriori soggiorni di una settimana. Parallelamente al sopraddetto percorso, possono essere proposte giornate di osservazione/valutazione ai fini di un inquadramento funzionale dello sviluppo oppure di un monitoraggio di quest’ultimo. Per i bambini della zona si prevedono interventi ambulatoriali con trattamenti mirati e finalizzati al completamento delle proposte riabilitative attivate presso i servizi territoriali.
Queste sono state un po’ le premesse del corso cui hanno fatto seguito nello specifico gli argomenti del corso incentrati sull’approccio multisensoriale con bambini non vedenti pluridisabili.
E’ stato suddiviso in due parti:
· teorica supportata da slide e video proiezioni su alcuni casi
· pratica con la dimostrazione sull’utilizzo degli strumenti usati per le stimolazioni sensoriali.
Molto interessanti dal mio punto di vista la presentazione di due metodologie la prima basata sulle stimolazioni basali del Prof; Frolich introdotta dalla terapista Teresa Vysocka con diversi esempi pratici sulle posture da eseguire con bambini con plurihandicap.

Peccato che il suo intervento si è limitato a due moduli del corso che non sono bastati per approfondire un argomento così vasto e importante per tutte noi che lavoriamo con questo tipo di utenza.

La seconda metodologia basata sul metodo Snoezelen una proposta multisensoriale, ancora sconosciuta e poco applicata in Italia, è nata dall’intuito e dalla professionalità di due terapisti olandesi che hanno tentato di staccarsi dalle attività terapeutiche tradizionali. Il suo nome trae origine da due parole olandesi “SNUFFELEN” (curiosare, cercare fuori da, esplorare) e “DOEZELEN” (sonnecchiare, rilassare).
L’intervento in origine era rivolto in modo particolare a disabili gravi, che hanno mostrato feedback positivi su diversi livelli. E’ stato applicato in seguito anche ad altri tipi di utenti ai quali era necessario fornire un ambiente rilassante e ricco di informazioni sensoriali di base.
Lo scopo è quello di aiutare la persona a provare piacere in quello che fa. La stanza dove viene praticato questo intervento è arredata con cuscini dove potersi adagiare e rilassare ed è arricchita da stimoli vibranti, proposte visive di luci alternate o diffuse, prodotte da spot o proiettori, aromi sia legati alla quotidianità (come il profumo del cioccolato e del caffè) che di altro tipo come le essenze di erbe aromatiche.
A queste informazioni sensoriali, si possono associare anche proposte gustative.
Come sottofondo la musica, suoni rilassanti e melodici accompagnano le altre proposte e creano l’ambiente.
Ogni persona coinvolta in questa esperienza riesce a trarre quello di cui ha bisogno partendo da quello che riesce a fare, favorita dall’estrema duttilità degli stimoli.
In un ambiente del genere è possibile favorire l’attenzione, l’esplorazione, la manipolazione, ridurre le stereotipie sia verbali che motorie, aumentare l’interazione con l’ambiente e favorire la comunicazione; inoltre gli stimoli proposti, non essendo strutturati non richiedono una particolare elaborazione cogntiva.
Applicata in Italia ed in Europa in diversi contesti, impiegata anche presso la Fondazione qiesta metodologia si avvale anche di stimoli tattili (come i massaggi), del contenimento propriocettivo attraverso materiali naturali (grano, miglio, riso soffiato in apposite vasche) o, ancora, del contatto con la pelliccia dei cani impiegati nella pet therapy.
Si è potuto riscontrare che questo momento sensoriale è particolarmente gradito ai bambini con grave disabilità associata alla disabilità visiva, ai bambini con disturbi relazionali, o semplicemente a tutti quei bambini che sono stanchi di sentirsi fare richieste dirette dagli adulti e devono riscoprire il piacere di “guardare” “toccare”, “annusare”, “fidarsi”…
In conclusione dovendo dare un giudizio sull’andamento del corso posso dire che l’aggiornamento ha soddisfatto al 60% le mie aspettative. I partecipanti al corso erano divisi tra operatori con una esperienza pluriennale nel settore e studenti/operatori non ancora inseriti nel mondo del lavoro quindi le esigenze erano sostanzialmente differenti. A noi con più esperienza interessava soprattutto la parte pratica del corso e avremmo tralasciato volentieri quella parte teorica abbastanza scontata e di scarso interesse.
Quindi nel test di gradimento finale sono emerse le due posizioni del gruppo rispetto agli obiettivi e il malcontento sull’insufficiente parte pratica svolta.
Molto più utile si è rivelata la parte di tirocinio presso la struttura dove ho potuto osservare per una settimana il caso di un bambino ( 2 anni e mezzo) con deficit neurovisivo e affetto dalla sindrome di Angelman già segnalato a sei mesi e seguito dalla fondazione da Gennaio 2007.
Oltre a questo caso che mi è stato presentato dalla psicologa del centro ho osservato altri bambini più gravi, saltuariamente nelle diverse terapie.
Molto importante è stato l’incontro e il confronto con i diversi terapisti del centro, in particolar modo con Teresa Vysocka che dal punto di vista umano e professionale ha dato veramente un contributo importante per la mia attività lavorativa. Lei mi ha dedicato uno spazio per condividere i vissuti delle sedute da me osservate nella sua stanza di terapia e per darmi pratici consigli sui casi che io seguo nel mio lavoro tanto da offrire una propria osservazione per un caso di un bambino grave che seguo presso la mia sede lavorativa.
La nostra collaborazione è proseguita anche alla fine del tirocinio e abbiamo concordato con la madre del bambino in questione la possibilità di far pervenire al Prof. Frolick un video di questo piccolo utente per avere ulteriori consigli su come procedere ricercando nuovi obiettivi anche rispetto alla gravità del caso.
Il bilancio dell’esperienza si conclude quindi in maniera positiva al di là del corso stesso per l’opportunità avuta di fare questi incontri importanti con altri operatori che con le loro esperienze hanno accresciuto il mio bagaglio personale e hanno portato nuova linfa e nuove energie a supporto di un lavoro molto delicato e impegnativo.

Sono gradite osservazioni e considerazioni in merito.


Per informazioni:
info@centrocresci.it

sito web:
www.centrocresci.it

sabato 18 ottobre 2008

Al di là della conferma visiva

Oltre che annunciare la pubblicazione sul nostro sito, www.centrocresci.it,
per ora i singoli capitoli, del libro di Stefania Maria Dolcino Bolis intitolato Al di là della conferma visiva, del quale troverete alcune informazioni nelle righe seguenti, ho il piacere di informarvi che il progetto relativo al corso sulle Stimolazioni Basali, presentato nei post passati, è in fase di ultimazione. Si prevede che sarà effettuato probabilmente in un fine settimana verso la fine del mese di febbraio del prossimo anno.
Chi è interessato, può contattarci, e non appena definito, ticeverà il programma dettagliato. Purtroppo il numero dei partecipanti sarà limitato.


AL DI LA’ DELLA CONFERMA VISIVA

Educazione plastico cinestesica finalizzata ad una migliore comprensione dello spazio umano, architettonico e ambientale, e ad una migliore espressione di se stessi attraverso il movimento

Contenuti: Studio di approfondimento delle problematiche che stanno alla base dell'insegnamento, in modo particolare dell'educazione
artistica, ai ragazzi in situazione di' handicap, con un'attenzione più specificamente orientata sui non vedenti. Proposte e riflessioni corredate da esemplificazioni e da proposte di strategie operative.


Sommario
Introduzione
Motivazione e inquadramento dello studio

Primo capitolo
Cosa intendo per piena e profonda padronanza dello schema coreor~: sintesi delle tappe evolutive nel bambino dotato di tutti i sensi e nel bambino svantaggiato sul piano sensoriale, in modo particolare non vedente o ipovedente- modalità di apprendimento- gestione della corporeità e dell'ambiente- interrogativi sulle modalità di percezione globale in presenza di una minorazione sensoriale- importanza dell'educazione spaziale.

Secondo capitolo
Cosa intendo per capacità di analisi e di sintesi tattile riferita sia alle caratteristiche proprie della materia, sia alle caratteristiche globali e particolari della forma: riflessione sulla collaborazione dei ricettori sensoriali e sul peso che l'esperienza ha su questi - evoluzione mentale del bambino relativamente alle sue caratteristiche sensoriali - esperienza tattile - percezione globale nel non vedente - sensazione tattile di spazio: immagini mentali non visive e ricostruzione formale tattile.
Esercitazione : analisi di un oggetto. 

Terzo capitolo
Avvio ad una concezione personale, extravisiva, dello spazio: concretezza del rilievo tattile - soggettività delle reazioni agli stimoli - difficoltà di orientamento spaziale. implicanze sensoriali, affettive, cognitive - costruzione di una concezione tattile-cinestesica dello spazio ambientale architettonico esperita in primis - riflessione sull'inscindibilità delle informazioni sensoriali - il valore del movimento come mezzo d'indagine spaziale Ipotesi di lavoro: esempio di studio sulla forma sferica in schede attive di ricerca formale.

Quarto capitolo
Importanza dell'ascolto di se stessi nell'indagine introspettiva e nella ricostruzione formale e spaziale: dalla percezione al pensiero creativo- importanza dell'educazione nell'apprendimento- verità percettiva e immagine mentale - importanza dell' educazione all'ascolto.
Scheda attiva di ricerca formale : unità didattica sulla prospettiva centrale.

Quinto capitolo
Avvio ad una concezione creativa. plastico-cinestesica dello spazio - ritorno alla tematica dello strumento che va visto come "prolungamento corporeo" - le modalità di percezione soggettiva come "fulcro" della realtà - la rielaborazione creativa della percezione - la corporeità come strumento espressivo - concezione creativa come reciproco della ricerca formale - l'atto creativo "al di là della conferma visiva”.

Direttrici strutturali di un volume (da Bruno Munan)
Scheda attiva di ricerca strutturale: unità didattica sulla piramide.

Bibliografia
Allegato
Catalogo per non vedenti della Pinacoteca Borgogna: il progetto e la realizzazione delle descrizioni e delle tavole tattili.


Per informazioni:
info@centrocresci.it

lunedì 13 ottobre 2008

oltre la minorazione visiva

Mi piace oggi segnalare questo interessante articolo pubblicato sul Giornale di Vicenza.

06-10-2008 - Bimbi disabili visivi "curati" con i sensi residui e l'amore.
Il Giornale di Vicenza

Nasce un bambino con grave minorazione visiva: che fare? Per un genitore è difficile rielaborare il doloroso lutto che causa la nascita di un bambino con grave minorazione visiva. Essa determina un immotivato ma comprensibile senso di colpa, disorientamento, sconforto e, a volte, disperazione. Che fare? Fin dalla nascita un bambino vedente, rispetto a un disabile visivo grave, reagisce agli stimoli esterni in maniera radicalmente diversa. Da neonato il vedente percepisce, sia pure indistintamente, il volto di chi lo tiene in braccio e tende precocemente le mani verso le forme colorate appese alla culla; a sei mesi gira il capo per individuare la provenienza di un rumore improvviso e si protende verso tutto ciò che vede; in seguito, gattonando, senza rendersene conto, si rapporta con lo spazio. Poco o nulla di tutto questo si verifica nel non vedente: egli, se non è tempestivamente stimolato a prendere contatto con ciò che lo circonda, demotivato a uscire da se stesso, rimane inerte nel periodo più importante per la crescita psicofisica, compromettendo, talvolta in maniera irreversibile, il regolare sviluppo della propria personalità. È essenziale che chi si prende cura di lui sappia far leva, con competenza e fiducia, sui sensi residui. Se è comprovato che l'80% delle conoscenze dei vedenti adulti deriva da esperienze visive, è altrettanto scientificamente dimostrato che tutti i bambini, già in età prescolare, cominciano a interiorizzare esperienze e concetti prevalentemente interagendo con l'ambiente mediante il tatto. In altri termini, dall'esplorazione tattile esperita nei primi anni di vita dipendono in prevalenza, i processi cognitivi sia nei vedenti che nei ciechi. Il prof. Antonio Quatraro nel Corriere Braille n. 11/08, evidenzia che con la manipolazione tutti noi, da bambini, abbiamo recepito la tridimensionalità e quindi le figure geometriche e soltanto con l'esplorazione tattile percepiamo il liscio e il ruvido. Accanto al fuoco ne assaporiamo il calore con il corpo, e il corpo, muovendosi, scopre lo spazio. Esiste un terreno comune tra tatto e vista che coincide nell'acquisizione dell'idea di spazio e delle proprietà geometriche.Sicuramente un corretto contatto con ambienti, oggetti e persone consente a chi non vede una normale vita affettiva e di assumere un proprio ruolo nel sociale. Attualmente, tra l'altro, la tecnologia gli consente di accedere a qualunque tipo di informazione. Con ciò non si intende negare i limiti, le difficoltà, i disagi e soprattutto l'inevitabile dipendenza da altre persone che la minorazione visiva comporta; ci si propone soltanto di dimostrare che, malgrado tutto, il non vedente, avvalendosi dei messaggi che riceve dai sensi residui, può condurre una vita serena e gratificante. Questo è possibile anche a coloro che hanno perduto la vista da adulti, purché non si adagino sul rimpianto del bene perduto ma riescano ad integrare le proprie percezioni rievocando le immagini visive interiorizzate in passato.

Per informazioni:
info@centrocresci.it

(Il Coordinatore Luigi Cerruti,
indirizzo di posta elettronica:
luiscer@tiscali.it)

mercoledì 8 ottobre 2008

E se il mondo fosse basale??? Teresa Wysocka

Ogni bambino è unico, è un individuo e si distingue dagli altri proprio attraverso la sua individualità che include tutte le sue caratteristiche, possibilità, bisogni e abilità. L'individualità sta ad indicare l'irrepetibilità di ogni singolo essere umano con la propria dignità, ma contrasta con tutto ciò “l'obbligo alla normalità” che provoca una pressione sociale alla quale le persone disabili si sentono esposte.
La Stimolazione Basale è stata creata negli anni '70 dal Prof. Andreas Fröhlich (Landstuhl, Germania), pedagogista speciale e psicologo, ed è un approccio rivolto a bambini/adolescenti/ adulti con disabilità grave.
L'obiettivo principale della Stimolazione Basale, è quello di rivalutare ciò che la persona disabile grave ha di proprio e di autonomo (anche se molto limitato) e la capacità di costruire se stesso e il suo agire sul mondo esterno.
Il mondo delle persone con disabilità grave è molto ristretto ed accompagnato quotidianamente da dolore, traumi, paure, insicurezze e dalla sensazione di non essere sani e vitali.
La mancanza di movimento impedisce alla persona con grave disabilità di entrare in relazione, in maniera soddisfacente, con il mondo esterno e lo limita fortemente nella percezione di sé e del proprio corpo, influendo sulla qualità della sua vita e di quella della sua famiglia.
Spesso la gravità della disabilità provoca nelle persone che ruotano attorno insicurezze, paure, aspettative troppo alte o addirittura mancanza di aspettative, che non permette loro di avere una progettualità adeguata.
La persona con grave disabilità si sente spesso come un “oggetto di manipolazione” e ciò provoca in lei passività, apatia e isolamento.
La persona disabile cerca di segnalare i propri bisogni in vari modi che spesso non sono riconosciuti e pertanto questa difficoltà di comunicazione impedisce il loro soddisfacimento.
Più gravi sono le problematiche di questi bambini più la famiglia e il mondo riabilitativo aumentano le proposte terapeutiche, impedendo però al bambino di raggiungere il benessere psico-fisico nella quotidianità, aumentandone la dipendenza.
La Stimolazione Basale, sottolinea le seguenti esigenze fondamentali per ogni individuo e li propone come diritti delle persone con disabilità:

  • Livello elementare vitale (evitare dolore, fame, sete)
  • Esigenza di movimento, stimoli, variazioni nella vita quotidiana (contatto con il mondo esterno)
  • Bisogno di sicurezza, stabilità e fiducia nei rapporti umani
  • Legame, stare nella relazione, sentirsi accettati
  • Riconoscimento ed autostima
  • Essere indipendenti, autonomi, decidere per se stessi
  • Bisogno di divertimento e di gioia nella vita

Come la Stimolazione Basale soddisfa questi bisogni?

Attraverso l'utilizzo di diverse posture stabilizzanti e facilitanti e di benessere psico-fisico si cerca di ottimizzare l'apertura del bambino verso il mondo esterno permettendogli di “viversi” e percepirsi come un individuo attivo nel suo ambiente, anche se in maniera limitata. In questa situazione il bambino con disabilita (anche grave) diventa protagonista e sperimenta in prima persona (senza richiesta esterna) e con le proprie capacità il suo potere nei confronti del mondo degli oggetti (autodecisione).
Attraverso l'attività propria il bambino è in grado di prendere coscienza delle sue azioni, aumentando la sua motivazione e gioia nel fare autonomamente e di conseguenza anche la sua autostima.
La Stimolazione Basale, aiuta inoltre a cambiare la caotica sovrabbondanza di stimoli e permette al bambino di avvicinarsi al mondo come struttura più comprensibile e con minori paure.

La principale proposta della Stimolazione Basale, è soprattutto l'esperienza corporea attraverso la:
- stimolazione vestibolare (sperimentare il movimento)
- stimolazione somatica (esperienza tattile attraverso la pelle)
- stimolazione vibratoria (percezione profonda del proprio corpo).

Queste stimolazioni permettono di formare uno schema corporeo più cosciente:

l'io = come vitalità
l'io = come attività
l'io = come consistenza (il viversi come una unità complessa)

Se il mondo fosse “basale” ad ogni persona disabile sarebbe riconosciuto il pieno rispetto dei propri bisogni, il diritto di imparare ed evolvere, il diritto di stare bene ogni giorno della propria vita e il diritto alla propria dignità.
Voglio terminare questo articolo con una riflessione del Prof. Fröhlich, ideatore di questo approccio:
“Non sono le tecniche e i metodi di una stimolazione che guariscono un paziente. Gli operatori non devono determinare che cosa fa bene al paziente, ma semmai cercare, in maniera molto sensibile, di capirne i bisogni reali. Soltanto a quel punto saremo in grado di fare delle proposte cercando di sostenerlo e accompagnarlo nelle aree in cui è possibile un qualunque tipo di attività.
Dobbiamo prevenire o controbattere un grave disorientamento offrendo costantemente delle occasioni alle persone disabili gravi per rendersi conto del proprio IO”.

Testo utile per approfondire il concetto di Stimolazione Basale:

  • Fröhlich Andreas, La Stimolazione Basale per bambini, adolescenti e adulti con pluridisabilità.  Assistenza, cura e riabilitazione. Edizioni Del Cerro, 2007

Dott.ssa Teresa Wysocka
Pedagogista specializzata
Trainer/esperta per la Stimolazione Basale
Web: www.stimolazionebasale.it
E-mail: info@stimolazionebasale.it

venerdì 3 ottobre 2008

Stimolazioni Basali 1

Significati pedagogico-educativi

La Stimolazione Basale è un approccio pedagogico.
L’obbiettivo principale della Stimolazione Basale è di promuovere lo sviluppo individuale delle persone con grave e gravissima disabilità.
Il termine “stimolazione” è da intendersi come modalità di promozione dello sviluppo della persona e non come atto di offrire uno stimolo.
Quanto al termine Basale è stato scelto per precisare che si tratta di un percorso elementare e fondamentale. Si desidera far riscoprire alla persona disabile sensazioni e vissuti primari che ogni essere umano avverte fin dall’inizio del concepimento e che sperimenterà per tutta la vita.
Proprio perché si tratta di un concetto e non di una tecnica terapeutica definitivamente formulata, le riflessioni di questo approccio pedagogico vanno costantemente riconsiderate e riadattate alla singola realtà di ogni persona disabile.
Al centro del pensiero pedagogico si trova l’Uomo con la Sua realtà psichica e fisica.

Oggi si è coscienti che le persone con disabiltà grave, per lungo tempo non considerate dagli studi di pedagogia speciale, hanno bisogno di un intervento educativo individualizzato, adattato alle loro peculiarità, ai loro bisogni.
Com’è possibile offrirgli gli strumenti adatti e necessari che gli permettano di VIVERE per mezzo del nostro aiuto?
La Stimolazione Basale ci conduce, con la sua riflessione, assai lontano.

Essa propone particolari modalità di interazione educativa che permettono alla persona disabile di ritrovare una qualità di vita migliore, di avere possibilità, anche se minime, di cambiamento e di evoluzione. La Stimolazione Basale considera la persona disabile grave nella sua globalità di bisogni ed interviene in tutti gli ambiti della sua vita.
Essa permette alle persone interessate, malgrado la loro disabilità, di ritrovare una motivazione di relazione e partecipazione nel loro cammino di crescita personale.

E’ a partire dal SUO CORPO che la persona disabile si sente esistere ed è attraverso il Corpo che entra in contatto con il mondo che la circonda.
Partendo da questo presupposto, la relazione interpersonale riveste un ruolo decisivo nell’evoluzione di ognuno.
Non si tratta di proporre delle attività stereotipate o di procurare delle sensazioni, si tratta di valutare la situazione individuale, di rispettare la disponibilità e il ritmo della persona, per trovare delle condizioni e degli arrangiamenti che permettano alla persona disabile di voler vivere delle esperienze significative attraverso il proprio corpo e di entrare in contatto con il mondo esteriore, persone e cose.
Andreas Fröhlich parte dall’idea di proporre, d’offrire delle esperienze elementari “basali”, senza attendere delle reazioni immediate.
Sulla base di una relazione affettiva, possiamo sperare che la persona trovi il senso dell’esserci nell’esperienza, e il senso dell’esperienza stessa che le viene proposta, per un’integrazione armonica del suo sviluppo.

La Stimolazione Basale vuole mettere l’individuo al centro e non il metodo o l’attività.

Per sviluppare questo approccio sono necessarie creatività ed immaginazione. Tutto questo è fondamentale per proporre delle modalità di interazione educativa con persone che si trovano in una logica differente e che possiedono dei modi di percepire diversi.
La Stimolazione Basale ci aiuta a prendere coscienza della complessità, della globalità e della ricchezza delle persone con grave disabilità, che durante tutta la loro vita, ci incitano a rimettere in discussione la nostra modalità d’essere.
Questo approccio non ha mai cessato di evolversi e l’autore ci incita ad una rimessa in discussione costante della filosofia metodologica, egli cerca costantemente, pur rimanendo saldo alle basi del proprio pensiero, una collaborazione con altre discipline e un’apertura nei confronti di altri approcci.

Per informazioni:

mercoledì 1 ottobre 2008

STIMOLAZIONI BASALI


Il Centro rivolge anche una particolare attenzione ai bambini che oltre avere minorazioni visive, sono affetti da patologie aggiuntive spesso molto gravi.
I trattamenti terapeutici riabilitativi nei confronti di questi bambini sono interventi specialistici basati su metodologie sperimentate per ottenere risultati efficaci. Uno di questi è la “Stimolazione Basale”.
Ed è Proprio su Questo metodo che il nostro Centro intende organizzare nei prossimi mesi un corso rivolto ad operatori nel settore della riabilitazione.
Qui di seguito presentiamo un breve articolo introduttivo, al quale seguiranno altre informazioni più dettagliate.

Che cosè la “Stimolazione Basale?”.

La Stimolazione Basale, secondo il metodo del Prof. A. Frohlich (Germania), consiste in un intervento riabilitativo, di accompagnamento e di sostegno per le persone con grave disabilità.
Si rivolge a bambini, adolescenti ed adulti non autonomi che percepiscono e comunicano con il mondo esterno solo attraverso il loro corpo.
Le persone con grave disabilità hanno bisogno di un intervento riabilitativo che tenga conto della loro biografia, dei loro bisogni reali e delle loro capacità comunicative.
Questo tipo di riabilitazione è finalizzata principalmente a stimolare un maggior sviluppo delle capacità di chi è gravemente svantaggiato, per favorire un aumento della motivazione e della consapevolezza delle propria esistenza e migliorare così la qualità della vita.
Il mondo delle persone con grave disabilità è molto ristretto ed incentrato soprattutto sul contatto corporeo che permette vissuti ed esperienze sensomotorie.
La Stimolazione Basale infatti aiuta a compensare la mancanza di esperienze proprie e del movimento, inoltre crea un’ambiente armonioso e stimolante che permette alla persona con grave disabilità di “viversi” e “percepirsi” nel suo ambiente come un essere umano attivo.
Attraverso la proposta di stimoli semplici si cerca di aiutare le persone con disabilità grave a scoprire se stesse ed il proprio corpo, infatti attraverso lo stesso si crea una rete sociale ed un rapporto con gli oggetti e si favorisce un processo di cambiamento tra l'io ed il mondo aiutando a cambiare la caotica sovrabbondanza di stimoli e ad avvicinarsi al mondo come struttura più comprensibile, fatta di minori paure.

La Stimolazione Basale è un metodo di grande pratica per educatori, pedagogisti, terapisti che permette già dopo la formazione teorica di mettere in pratica questo approccio per creare uno spazio significativo educativo che facilità ad esprimere le proprie capacità individuali.

La Formazione completa teorica di Stimolazione Basale è articolata in tre livelli:

  • il primo (18-20 ore) , mira a sensibilizzare le problematiche ed i bisogni delle persone con grave disabilità. Propone inoltre argomenti quali: le posture facilitanti, l’attività propria, le proposte vestibolari, somatiche, vibratorie, il concetto di angolo basale.
  • il secondo (18-20 ore), è un corso integrativo in cui vengono trattati ed ampliati argomenti quali: la comunicazione con le persone con disabilità grave, il tocco professionale, distanza e vicinanza professionale. Viene inoltre elaborato il metodo stesso e la sua applicazione.
  • Corso di approfondimento (7-8 ore): si svolge in una sola giornata e consiste in un corso integrativo nel quale vengono trattati temi come: gioco basale, massaggio basale, ritmo quotidiano, ecc.
Durante lo svolgimento dei corsi di teoria, i partecipanti vengono coinvolti in esercizi pratici, in modo da approfondire i contenuti.

Alla fine del corso verrà rilasciato ad ogni partecipante un attestato di partecipazione che ha valenza europea nel campo della Stimolazione Basale.

Dopo la parte teorica è consigliabile, in modo da completare la formazione, una supervisione pratica, operando su casi specifici, utilizzando il concetto di Stimolazione Basale.


Dott.ssa Teresa Wysocka
Pedagogista specializzata
Docente di Stimolazione Basale

Per informazioni:
info@centrocresci.it